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Pieve di Santa Maria a Lamula

Veduta della pieve.

La Pieve di Santa Maria a Lamula è un antico edificio religioso situato alle pendici di Montelaterone, nel comune di Arcidosso.

Si tratta dell'edificio religioso più famoso e più interessante del territorio di Arcidosso. Assegnato il terreno ai monaci benedettini per la costruzione della chiesa da parte dell'abbazia di San Salvatore nell'anno 837, qui sorse in poco tempo la cellam sancte Mariae ad Lamulas (853), e già in un documento del 996 si legge della concessione di papa Gregorio V all'abate Winizzo di battezzare nella chiesa. Nel XII secolo la chiesa venne innalzata a pieve, divenendo un importante centro culturale e sociale del territorio di questo versante dell'Amiata. Nel 1265 fu attaccata e danneggiata dai senesi, ma già tre anni dopo ci si adoperava per sistemarla, grazie all'opera di un tale Paganuccio. La pieve rimase un importante luogo di riferimento fino al XVI secolo. Ristrutturata in forme barocche nel corso del Seicento, la chiesa fu restaurata e riportata all'originario aspetto romanico negli anni tra il 1935 e 1943, ad opera dell'architetto Egisto Bellini.

Il toponimo, Lamula, era il nome di un villaggio alto-medievale oggi scomparso nei pressi del quale venne realizzata la chiesa (nei documenti si legge infatti ad Lamulas o vico Lamule), anche se la leggenda lo fa risalire ad una fantomatica mula, che trasportando la statua della Madonna, si inginocchiò nel punto in cui sarebbe dovuta sorgere la chiesa, tanto che ancora oggi sarebbero visibili i segni delle sue ginocchia.[1][2]

Galleria immagini[]

Note[]

  1. Bruno Santi, Guida storico-artistica alla Maremma. Itinerari culturali nella provincia di Grosseto, Nuova Immagine, Siena, 1995, pp. 212-213.
  2. Carlo Prezzolini, Le chiese di Arcidosso e la pieve di Lamula, Edizioni Periccioli, Siena, 1985, pp. 39-67.
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