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Palazzo Nerucci Castel del Piano facciata

L'entrata di Palazzo Nerucci

La Raccolta d'arte di Palazzo Nerucci[1] costituisce la pinacoteca del comune di Castel del Piano, ed è situata presso il rinascimentale Palazzo Nerucci in piazza Colonna.

Storia[]

La pinacoteca è stata allestita nel 2005 al piano nobile di Palazzo Nerucci ed era costituita inizialmente da un nucleo di nove opere lasciate nel 1883 dalla famiglia di Giuseppe Vegni all'ospedale di Castel del Piano. La collezione, di proprietà della ASL 9 Grosseto, è data in comodato al comune amiatino. L'inaugurazione definitiva è avvenuta il 1° luglio 2006.

La raccolta d'arte è stata arricchita dalle donazioni delle opere giovanili (1952-1978) del pittore Edo Cei e negli ultimi anni da alcune sculture dell'artista Piero Bonacina di Montegiovi.

Edificio[]

Il palazzo dove è situata la pinacoteca è il rinascimentale Palazzo Nerucci, imponente edificio un tempo di proprietà di Domenico Nerucci, importante figura delle corti vaticane. Nerucci rivestì importanti cariche ecclesiastiche: fu auditore del cardinale Fornelli, auditore fiscale in Campidoglio sotto Gregorio XIII e giudice d'appello sotto Sisto V.[2] Il palazzo risale al 1564, con il prospetto principale affacciato su piazza Colonna, all'interno del centro storico, e il retro che invece dà su corso Nasini. Lo sviluppo planimetrico a "C" con corte risente l'influenza dei contatti romani del Nerucci, e si ispira alla Farnesina di Baldassarre Peruzzi. Nell'angolo nord-occidentale dell'edificio si trova la loggia della Mercanzia, risalente al 1554, dove è situata al suo interno la cappella della Concezione, pregevolmente affrescata.[3]

Negli anni il palazzo ha ospitato la sede del Comune, prima che fosse trasferita presso il Palazzo Ginanneschi nel 1937, ed un liceo cittadino dal 1964. L'edificio è sede anche dell'Istituzione Ildebrando Imberciadori e dal 2004 della scuola di musica Italo Fazzi.

Sale espositive[]

La visita alla raccolta d'arte inizia al piano nobile del palazzo, in una stanza dove sono situate la biglietteria e il bookshop. Dalla biglietteria si può raggiungere, sulla sinistra voltando le spalle alla porta d'ingresso, le quattro sale dove sono allestite periodicamente mostre temporanee. Negli anni questa sezione ha ospitato anche esposizioni di grande livello artistico-culturale, tra cui si ricorda la mostra su Joan Mirò del 2010 e quella su Keith Haring, Andy Warhol e Paolo Buggiani nel 2012. Sulla destra, invece, si accede alla sala conferenze, e proseguendo si raggiungono le quattro sale dove è ospitata la raccolta d'arte.

La collezione Vegni e i Nasini[]

Autoritratto Rosalba Carriera

L'Autoritratto di Rosalba Carriera.

La prima sala ospita il nucleo originario della raccolta, la collezione Vegni donata nel 1883 all'ospedale di Castel del Piano. Le opere della collezione denotano l'interesse di Giuseppe Vegni per il genere della veduta, del paesaggio, e proprio i paesaggi costituiscono il fulcro della sua raccolta: cinque delle opere sono infatti produzioni artistiche del XIX secolo che rappresentano scene di vita rurale, quotidiana, come ad esempio La lavandaia o Alla fonte, dipinti di un anonimo pittore italiano di scuola romana, oppure un Paesaggio del fiorentino Emilio Donnini.

I pezzi più interessanti della collezione Vegni, tuttavia, sono due opere che si scostano dal tema naturalistico: sono il Ritratto di Cosimo III de' Medici, granduca di Toscana, un interessante ricamo su seta della seconda metà del XVIII secolo, opera che testimonia una finissima sapienza tecnica della tradizione del ricamo femminile, e soprattutto l'Autoritratto di Rosalba Carriera (1675-1757), importante ritrattista settecentesca, annoverata tra le maggiori esponenti del tema in quel periodo. Le due opere che completano la collezione sono uno stemma gentilizio (tempera su carta) del XIX secolo e una natura morta floreale, olio su tela, scoperta con il restauro del ricamo di Cosimo III.

Nella stessa stanza, sono inoltre esposte due opere della celebre famiglia di pittori dei Nasini, acquistate dal Comune successivamente: un'Annunciazione proveniente dalla bottega di Antonio Nasini ed un Trapasso di San Giuseppe di Francesco Nasini.

Nel luglio 2012 si aggiunge alla raccolta d'arte il dipinto La volpe di Bernard Le Huche, donato dal pittore stesso al Sistema museale Amiata grossetano.

Regesto delle opere
  1. Rosalba Carriera, Autoritratto, pastello su carta, 40x29 cm, iscrizione sul retro: «di Rosalba Carriera/il suo proprio autoritratto».
  2. Ritratto di Cosimo III de' Medici, granduca di Toscana, seconda metà XVIII secolo, ricamo su seta, 43x34 cm.
  3. Al torrente (Filottete all'isola di Lemmo?), anni 1820, olio su tela, 97x72 cm.
  4. Pittore di scuola romana, Alla fonte, metà XIX secolo, olio su tela, 58x68 cm.
  5. Pittore di scuola romana, La lavandaia, metà XIX secolo, olio su tela, 58x68 cm.
  6. Emilio Donnini, Paesaggio, 1860-1870, olio su tela, 30x22 cm, iscrizioni sul retro: «Emilio Donnini di Firenze, Sogg./paese con animali; prezzo/15 Francesco».
  7. Il pescatore, XIX secolo, olio su tela, 31x19 cm.
  8. Stemma gentilizio, XIX secolo, tempera su carta, 41x31,5 cm.
  9. Natura morta con fiori, seconda metà XVIII secolo, olio su tela, 30x30,5 cm.
  10. Bottega di Antonio Nasini, Annunciazione, olio su tela, 108x79 cm.
  11. Francesco Nasini, Trapasso di San Giuseppe, olio su tela, 118x88 cm.
  12. Bernard Le Huche, La volpe, 1989, donazione del pittore al Sistema museale Amiata grossetano del luglio 2012.

Le opere giovanili di Edo Cei[]

Le restanti tre sale della pinacoteca sono tutte dedicate al pittore grossetano Edo Cei, il quale ha donato al Comune, alla fine del 2004, le proprie opere giovanili, che coprono un periodo di tempo che va dal 1952 al 1978. Molto legato a Castel del Piano, dove ha vissuto la propria giovinezza, Cei è stato autore di vignette, manifesti, caricature e dipinti che rappresentavano personaggi, eventi e luoghi del paese e del Monte Amiata.

Le prime due sezioni della raccolta Cei, dedicate al mondo amiatino, espongono quindi venti caricature dipinte con varie tecniche (china, lapis), sei manifesti a tempera su carta da pacchi bianca e sette quadri a olio su tela. Le venti caricature su cartoncino riproducono alcuni dei tipi, dei personaggi, della Castel del Piano degli anni cinquanta: vi sono il preside, il professore, il pensionato frequentatore del bar, il prete, la bella del paese, lo sciatore improvvisato. I sei manifesti sono vere pubblicità realizzate da Cei alla fine degli anni cinquanta ed è interessante vedere qui l'influenza del cinema, dei fumetti e della mutevole cultura di quel periodo: sono presenti donne carnose, tipiche pin-up, e tutti quei tic, vizi e atteggiamenti di quegli anni portati all'estremo dalla scrittura artistica, ironica e dissacratoria, del Cei. Sette bozzetti, infine, riproducono vedute e ambienti di Castel del Piano, Arcidosso e Seggiano.

Nell'ultima sala sono esposti otto dipinti (1965-1978) che esprimono le prime tematiche esistenziali, metafisiche, che costituiranno in futuro la principale ricerca pittorica dell'autore. Vi sono due dipinti, Vecchio cinema all'aperto (1966) e Partire in un giorno di festa (1978), che sono sempre da inserire in quell'insieme di opere riferibili all'ambiente casteldelpianese: in modo particolare il secondo, dedicato a Danilo Pioli, scomparso il 7 settembre 1978, alla vigilia del Palio delle contrade di Castel del Piano.

Le sale dedicate alle opere di Edo Cei sono arredate inoltre da quattro sculture in legno dell'artista Piero Bonacina, residente a Montegiovi, dove è situato il giardino d'arte da lui ideato.

Regesto delle opere
Caricature di Edo Cei (1952-1958)
  1. Gino Pieri, 1952, lapis su cartoncino.
  2. Don Giuseppe, 1953, china su cartoncino.
  3. Enzo Bardelli, 1953, lapis su cartoncino.
  4. Lido Tosti, 1953, lapis su carta riso.
  5. Werter Cambri, 1954, china su cartoncino.
  6. Marina Scanni, 1954, china su cartoncino.
  7. Fernando Bonelli, 1955, china su cartoncino.
  8. Professore di francese all'Istituto magistrale di Arcidosso, 1955, china su cartoncino.
  9. Luigi Fucci, preside dell'Istituto magistrale di Arcidosso, 1956, china su cartoncino.
  10. Professoressa Ferraloro, 1956, china su cartoncino.
  11. Gastone Pioli presenta i Cardellini del Fontanino, 1956, china su cartoncino.
  12. Gastone Grazi, 1956, china su cartoncino.
  13. Marchini, 1956, china su cartoncino.
  14. Tosca Belli, 1957, china su cartoncino.
  15. Dino Marchini, 1958, china su cartoncino.
  16. Arturo Frosoni, china su cartoncino.
  17. Solideo Vannuzzi, china su cartoncino, con due abbozzi a lapis in basso a destra raffiguranti Lorio Vannuzzi e Fernando Bonelli.
  18. Pensionato frequentatore del Bar Centrale, china su cartoncino.
  19. Lorio Vannuzzi, china e lapis su cartoncino.
  20. Professore di Arcidosso, lapis su carta riso.
Manifesti di Edo Cei (1957)
  1. Manifesto per il veglione studentesco "I promessi spassi", 1957, tempera su carta da pacchi bianca, 150x100 cm.
  2. Manifesto per "Follie di mezza estate", 1957, tempera su carta da pacchi bianca, 150x100 cm.
  3. Manifesto per "Serata del profumo", 1957, tempera su carta da pacchi bianca, 150x100 cm.
  4. Manifesto per "Veglionissimo di fine anno", 1957, tempera su carta da pacchi bianca, 150x100 cm.
  5. Manifesto per "Follies Caperces", 1957, tempera su carta da pacchi bianca, 150x100 cm.
  6. Manifesto per il veglione dei bambini, tempera su carta da pacchi bianca, 150x100 cm.
Bozzetti amiatini di Edo Cei (1950-1960)
  1. Castel del Piano. Le schiacce di Pasqua, 1952.
  2. Castel del Piano. Dopo il concerto, 1954.
  3. Castel del Piano. Lo spazzaneve, 1954.
  4. Seggiano. Il primo juke box, 1954.
  5. Arcidosso. Coriandoli bianchi, 1956.
  6. Castel del Piano. La chiccaia, non datato.
  7. Castel del Piano. Casella Bassa, Casella Alta, Casella Altissima, non datato.
Dipinti esistenziali e metafisici di Edo Cei (1965-1978)
  1. Prometeici, 1965, olio su tela, 70x100 cm.
  2. Vecchio cinema all'aperto, 1966, olio su tela, 80x60 cm.
  3. Invocazione perché ritorni albero, 1970, olio su tela, 100x70 cm.
  4. I nuovi Golem, 1972, olio su tela, 100x70 cm.
  5. Oblianti, 1972, olio su tela, 100x70 cm.
  6. Macchina per misurare l'angoscia, 1975, olio su tela, 100x70 cm.
  7. Finché... amore non vi separi, 1975, olio su tela, 100x70 cm.
  8. Partire in un giorno di festa, 1978, olio su tela 80x60 cm.
Sculture di Piero Bonacina
  1. Quasi goal, 1990, legno di cipresso.
  2. Maternità, 2003, legno di cipresso.
  3. Infinito (senza inizio senza fine), 2005, legno di cipresso.
  4. Evoluzione, 2008, legno di cipresso.

Servizi[]

Amministrazione[]

  • Direttore: Luisa Colombini (Sistema museale Amiata grossetano)
  • Contatti: tel. 0564 965220 – 347 1915174; fax 0564 967093

Note[]

  1. La raccolta d'arte di Palazzo Nerucci sul sito di Musei di Maremma.
  2. Bruno Santi, Guida storico-artistica alla Maremma. Itinerari culturali nella provincia di Grosseto, Nuova Immagine, Siena, 1995, p. 185.
  3. Ibidem

Bibliografia[]

  • Fiora Bonelli, Anna Mazzanti, Edo Cei. Opere giovanili 1952-1978, catalogo della raccolta d'arte di Palazzo Nerucci – Castel del Piano, Edizioni Effigi, Arcidosso, 2004.
  • Andrea Semplici, La Maremma dei musei. Viaggio emozionale nell'arte, la storia, la natura, le tradizioni del territorio grossetano, Edizioni Effigi, Arcidosso, 2012, pp. 234-235.
  • Michelina Simona Eremita, Sistema Museale Amiata. I musei dell'Amiata grossetana, Arcidosso, 2005, p. 28.

Collegamenti esterni[]

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