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Il Cassero Senese, noto anche come Fortezza, è una struttura fortificata situata a Massa Marittima, nel terziere di Città Nuova.

Storia[]

Nel 1335, dopo estenuanti lotte tra Massa e il Comune di Siena, il comune maremmano dovette arrendersi ai Senesi, i quali, per dimostrare la loro autorità, mozzarono la Torre del Candeliere che si ergeva nel terziere di Città Nuova di un terzo della sua altezza e iniziarono a costruirvi di fronte la propria fortezza, collegata alla torre massetana tramite un arco, o piuttosto un ponte viadotto ad una campata, di 21,79 metri di corda. Per la sua costruzione occuparono il vicino castello di Monteregio, residenza del vescovo che si trasferì nella palazzina dei Conti di Biserno di fianco al Palazzo Comunale, ed iniziarono la costruzione della struttura che si estende dal castello di Monteregio alle vecchie mura di cinta in direzione della Val d'Aspra. Il vescovo tuttavia non rinunciò ai diritti sulla proprietà, e Siena fu costretta a pagare un canone annuo alla diocesi.

Per la realizzazione della fortificazione il Comune di Siena deliberò il 14 maggio 1337 di prendere dei denari in prestito[1] e l'opera fu commissionata al maestro Agnolo di Ventura, già autore del Cassero di Grosseto.[2] La fortezza fu completata il 19 febbraio 1337. Sopra all'arco della Porta alle Silici si legge la seguente epigrafe:

«ANNO DOMINI MIIIXXXVII INDICTION VI DIE XIX FEBRUARII FACTUM EST HOC OPUS TEMPORE KASTELLANI LUCII DE BISERNO HONORABILIS CAPITANEI DE MONTANINIS, GUALTIERII DNI RENALDI DE RENALDINIS ET RENALDI DNI NERII SERVI, CIVIUM SENENSIUM AD HOC DEPUTATORUM PRO COMUNE SENARUM»[3]

Alla sua guardia furono assegnati settanta soldati, trenta a piedi e trenta a cavallo. Il primo castellano giunse nel 1338 e fu Vanni di Meo del Balza.[4]

Negli anni tra il 1524 e 1525 la struttura fu restaurata e in quell'occasione fu posto sempre sopra all'arco lo stemma della famiglia Spannocchia con un'altra epigrafe: «TEMPORE NICHOLAI MARIANI DE SPANNOCCHIS. ANNO 1524-25». Nei primi anni del secolo XVI, inoltre, la fortezza fu dotata di artiglieria, soprattutto nel 1552 durante la guerra tra i Senesi e il duca Cosimo de' Medici. Nel 1555 la Repubblica di Siena terminò di pagare il canone al vescovato, e i diritti della diocesi sul fortilizio terminarono ufficialmente il 21 aprile 1587 alla rinuncia del vescovo Achille Sergardi.

Alcune delle torri andarono distrutte nel 1744, mentre nel secolo successivo, quando fu decisa la realizzazione dell'Ospedale Sant'Andrea presso il castello di Monteregio (1845) fu abbattuta buona parte della cinta muraria. Rimasto per anni in stato di abbandono, subì alcuni restauri nel corso del XX secolo e nel 1985, con la musealizzazione della Torre del Candeliere, è possibile per i visitatori attraversare l'arco per raggiungere le fortificazioni del cassero. Passato in gestione alla cooperativa Colline Metallifere, dal 2004 è inserito tra i musei della Rete museale provinciale Musei di Maremma.[5]

Note[]

  1. Archivio di Stato di Siena, Consiglio del 1337, p. 39.
  2. Agnolo Ventura sul Dizionario Biografico degli Italiani e sull'Enciclopedia dell'Arte Medievale Treccani.
  3. Traduzione: «Anno del Signore 1337, indicazione sesta, 19 febbraio, questa opera fu fatta al tempo del castellano Lucio di Biserno, onorevole capitano di guerra del Comune di Siena, del signor Cione, del signor Mino Rossi dei Montanini, di Gualtiero del signor Rinaldo dei Rinaldini e di Rinaldo del signor Neri Servi, cittadini senesi deputati a questo dal Comune di Siena».
  4. Abate Galgano Bichi, Notizie mm. sulla città di Massa, Archivio di Stato di Siena.
  5. Torre del Candeliere e Cassero Senese sul sito di Musei di Maremma.

Bibliografia[]

  • Enrico Lombardi, Massa Marittima e il suo territorio nella storia e nell'arte, Edizioni Cantagalli, Siena, 1985 pp. 289-290.
  • Enzo Carli, L'arte a Massa Marittima, Siena, 1976, pp. 12-13.
  • Luigi Petrocchi, Massa Marittima. Arte e storia, Venturi, Firenze, 1900, pp. 109-118.
  • Roberta Pieraccioli, Guida ai musei di Massa Marittima, Aska Edizioni-Inprogress, Firenze, 2005, pp. 34-35.
  • Andrea Semplici, La Maremma dei musei. Viaggio emozionale nell'arte, la storia, la natura, le tradizioni del territorio grossetano, Edizioni Effigi, Arcidosso, 2012, p. 19.

Collegamenti esterni[]

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